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Gli scienziati insegnano ai neuroni a giocare al leggendario 'Pong'

Secondo lo studio le cellule col tempo diventano più brave
Gli scienziati insegnano ai neuroni a giocare al leggendario 'Pong'

Le cellule cerebrali ora conoscono il fascino irresistibile del classico gioco arcade Pong. Uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Neuron dall'azienda australiana di biotecnologie Cortical Labs dimostra come i neuroni non solo siano in grado di giocare, ma anche di migliorare nel corso del tempo.

Gli autori dello studio hanno creato un ambiente simile a quello del videogioco, soprannominato da loro "DishBrain", mettendo cellule staminali umane e cellule embrionali di topo in una piastra in grado di documentare e stimolare la loro attività elettrica. Gli scienziati hanno poi mandando input agli elettroni per simulare la presenza di una pallina di Pong. E hanno registrato come rispondevano le cellule, che in questo scenario fungevano da racchette. Il tutto è stato poi studiato per capire se le cellulare avevano o meno "intercettato" la palla.

Dopo 486 partite, gli scienziati hanno scoperto che più le cellule giocavano a Pong, più diventavano brave. Sia le cellule umane che quelle del topo hanno imparato a non lasciarsi scappare le prime battute e le partite sono durate sempre più a lungo.

Sappiamo che le cellule sono capaci di usare i riscontri che hanno dall'ambiente circostante per imparare e adattarsi, anche perché altrimenti non esisterebbe vita animale. Ma è la prima volta che i ricercatori sono in grado di isolare questa abilità per osservare un comportamento orientato a un preciso obiettivo, si legge nello studio.

Una visualizzazione di DishBrain, l'ambiente simil-Pong creato in piastrina.

Se siamo in grado di creare un ambiente che controlli le capacità senzienti e auto-organizzanti delle cellule, allora vuol dire che possiamo simulare l'intelligenza. "Questo è un nuovo modo di concepire cosa sia un neurone" ha detto al Guardian il dottor Brett Kagan, che ha diretto lo studio ed è a capo della divisione scientifica di Cortical Labs.

Questo storico esperimento di Pong tra le cellule ha un grande potenziale. Potrebbe aiutare a studiare malattie neurologiche come l'epilessia e la demenza. Più in generale, può fungere da ambiente protetto in cui testare gli effetti di droghe e mutazioni genetiche "con gli stessi elementi computazionali (neuronali) che si trovano nel nostro cervello" ha spiegato Karl Friston, co-autore dello studio e neuroscienziato teorico allo University College di Londra.

Il prossimo passo sarà quello di far ubriacare le cellule. "Stiamo cercando di creare una curva dose-risposta con l'etanolo - si tratta di farle 'sbronzare' per vedere se così giocheranno peggio, come accade quando la gente beve" ha detto Kagan.

Chi ha già giocato a Pong da ubriaco sarà certo in grado di predire i risultati del prossimo studio.

Dall'edizione americana di Mashable

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