La crisi del clima

Perché l'uragano Beryl rischia di essere solo l'inizio

Un oceano caldo fornisce l'energia di cui gli uragani hanno bisogno per crescere e può limitare il raffreddamento che si verifica nella loro scia, rendendo più probabile che le tempeste che seguono siano potenti.
Barche danneggiate dall'uragano Beryl a Barbados
Barche danneggiate dall'uragano Beryl a BarbadosRANDY BROOKS/Getty Images

La trasformazione di Beryl in un uragano di categoria 5 ha stupito anche gli esperti più navigati, ma la tempesta rappresenta lo scenario da incubo che i meteorologi temevano in vista della stagione degli uragani di quest'anno.

Nelle settimane e nei mesi precedenti alla formazione di Beryl tutti gli indicatori avevano raggiunto lo stato di massima allerta, dal momento che l'oceano Atlantico era diventato una sorta di sauna pronta ad alimentare qualsiasi perturbazione tropicale.

Un uragano da record

Il primo luglio Beryl si è abbattuto sulle isole di Grenada e Carriacou, nei Caraibi, come uragano di categoria 4, per poi si passare rapidamente alla categoria 5 e lasciare una scia di morti e devastazione. I meteorologi prevedono che la tempesta colpirà la Giamaica nella giornata di oggi, prima di attraversare la penisola messicana dello Yucatán entro il 4 luglio e approdare infine nel Golfo del Messico entro il fine settimana.

I record infranti da Beryl sarebbero impressionanti anche per l'apice della stagione degli uragani, che però è ancora lontano. Nessuna tempesta tropicale aveva raggiunto la categoria 4 e 5 a questo punto dell'anno nell'Atlantico (il primato finora era detenuto da Dennis ed Emily, risalenti al luglio 2005). Ma Beryl è anche il primo uragano a formarsi così ad est nell'Atlantico tropicale in questa fase della stagione.

Ad alimentare il fenomeno metereologico sono state alcune delle temperature più alte mai registrate sulla superficie del mare nei mesi di giugno e luglio. Beryl ha attraversato acque con una temperatura compresa tra i 28 e i 30 gradi Celsius, che hanno garantito all'urgano l'energia sufficiente a potenziarsi fino a questo punto. Normalmente un caldo simile nell'Atlantico tropicale si verifica durante il picco della stagione, tra fine agosto e inizio settembre.

Le temperature anomale registrate nel mar dei Caraibi il primo luglioDennis Mersereau/NOAA

L'energia di cui gli uragani hanno bisogno per crescere e prosperare è fornita dall'acqua calda, una piccola parte della quale viene fatta evaporare sulla superficie del mare dai venti impetuosi. Questo vapore acqueo sale poi verso le nuvole dove rilascia il suo calore, che alimenta i temporali che determinano l'intensità di un uragano.

Nell'ultimo anno e mezzo le temperature superficiali dell'Atlantico sono state le più alte mai rilevate. Ma il problema non riguarda solo lo strato superiore dell'oceano: il calore si estende infatti anche a centinaia di metri di profondità.

Per misurare la profondità del calore nell'oceano gli scienziati utilizzano un indicatore noto come ocean heat content (Ohc). I forti venti di un uragano agitano l'oceano e spingono le acque più fredde sul fondo a risalire in superficie, lasciando allo stesso dietro di sé acque più fredde. Un Ohc più elevato tuttavia limita l'effetto di raffreddamento generato da una tempesta tropicale, e consentono all'oceano di alimentare con più facilità uragani più intensi in un secondo momento.

Attualmente l'Ohc nell'Atlantico tropicale e nei Caraibi supera di gran lunga i valori normali previsti in questa fase dell'estate, ed è improbabile che la situazione cambi sensibilmente man mano che ci avviciniamo al picco della stagione degli uragani.

Le ansie dei meteorologi

È questa potenziale energia a preoccupare i meteorologi in vista del resto della stagione. Nelle loro previsioni stagionali sia la National Oceanic and Atmospheric Administration che la Colorado State University prevedono l'arrivo di una ventina di tempeste tropicali nel 2024.

Gli esperti sapevano già che l'Atlantico sarebbe stato in grado di alimentare tempeste particolarmente potenti quest'anno. L'unica sorpresa è rappresentata dal fatto che Beryl si sia formato così presto. E ora l'uragano rischia di diventare il fenomeno che anticipa le tempeste destinate a formarsi nel corso dell'anno.

Un'immagine satellitare dell'uragano BerylNOAA

Le temperature dell'acqua sono solo una parte del problema. Un ciclone tropicale è un fenomeno eccezionalmente fragile che necessita anche di temporali vigorosi, di un basso tasso di wind shear (variazioni improvvise nell'intensità e nella direzione del vento), di un'elevata umidità atmosferica e di pochi ostacoli per tramutarsi in un evento della portata di Beryl.

Le previsioni indicano che questi ingredienti saranno presenti per tutta la stagione degli uragani. Tutto questo mentre i meteorologi aspettano il potenziale arrivo di La Niña nel corso dell'estate, che può creare condizioni più favorevoli alle tempeste atlantiche diminuendo il wind shear sulla regione.

A tenere in ansia gli esperti non è solo il numero di tempeste che potrebbero formarsi quest'anno, ma anche la loro natura. Beryl ha appena dimostrato che qualsiasi tempesta che attecchisca in un ambiente favorevole potrebbe sfruttare le acque eccezionalmente calde dell'oceano e diventare un fenomeno da record. In sostanza, ognuna delle numerose tempeste attese per questa stagione rischia di trasformarsi in un uragano distruttivo che richiederà maggiore attenzione e preparazione da parte delle comunità coinvolte.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.