Elezioni in Francia, fine campagna elettorale ad alta tensione: si temono scontri e violenze

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In Francia ultime ore di una campagna elettorale lampo e violenta per il secondo turno delle legislative di domenica, con gli ultimi sondaggi che indicano un’affluenza record e un vantaggio dell’estrema destra e del suo alleato di destra, seppur in calo.


Il potere di acquisto rappresenta una preoccupazione costante per il 53% dei francesi, tematica centrale della campagna che sta per concludersi, ma a fare irruzione in modo dirompente nel dibattito elettorale è stata l’immigrazione, al secondo posto. Il tema polarizzante ha suscitato l’interesse del 38% degli aventi diritto, che lo considerano una “forte spinta” a recarsi alle urne il 7 luglio, soprattutto tra gli elettori di estrema destra e l’ala di destra di LR di Eric Ciotti.

Sicurezza di beni e persone, sanità, tasse, pensioni e lotta al terrorismo sono stati gli altri centri d’interesse principali. Anche i social hanno avuto un effetto trainante, con oltre 23 milioni di pubblicazioni e messaggi relativi alle legislative. Insolitamente attivi i giovani di meno di 25 anni, di cui il 57% è andato a votare domenica scorsa, 26 punti in più rispetto al 2022.

A confermare la prospettiva di una mobilitazione storica dei francesi, il numero record di 3,2 milioni di deleghe al voto registrate in vista del secondo turno e la forte affluenza dei francesi residenti all’estero, che hanno già votato online in 450 mila, 50 mila in più rispetto al 30 giugno.  

Secondo l’ultimo sondaggio Ifop-Fiducial per Le Figaro, LCI e Sud Radio, tra il 68 e il 70% degli elettori registrati voterebbe questa domenica, 1,3 punti in più rispetto alla settimana scorsa, quando il tasso di partecipazione è stato del 66,7%. Al primo turno, l'astensione era già scesa al livello più basso dal 1997.

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L'alta affluenza ha portato a un'esplosione del numero dei confronti triangolari, abbassando la soglia di qualificazione per il secondo turno. Con oltre 200 ritiri tra il blocco centrista e il Nouveau Front populaire (NFP, alleanza di sinistra) per bloccare il Rassemblement national (RN), la campagna elettorale è stata molto intensa tra i due turni.

L’ultima indagine per Le Monde indica che il RN raddoppierà la sua presenza rispetto al Parlamento uscente, diventando presumibilmente il gruppo più numeroso dell'Assemblea Nazionale, conquistando tra 175 e 205 seggi, compresi quelli dei suoi alleati del partito Les Républicains (LR), l’ala di Ciotti, quindi ben lontano dai 289 necessari per ottenere la maggioranza assoluta in un’aula da 588 componenti, dei quali 76 già assegnati al primo turno. 

Le proiezioni rimangono stabili per il blocco di sinistra, al secondo posto, con 145-175 seggi; la maggioranza assoluta sembra irraggiungibile, ma il divario in termini di seggi con l’alleanza di estrema destra potrebbe essere più ridotto del previsto. Infine, il terzo blocco centrista della coalizione presidenziale formata da MoDem, Renaissance e Horizons è in netto calo, attestandosi tra 118 e 148 seggi, invece degli attuali 250 deputati.

La sconfitta maggiore toccherebbe a Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, che rischia di passare da 169 parlamentari a meno di cento (tra 78 e 94), mentre la forza dell’ex premier, il popolare Edouard Philippe, dovrebbe mantenere il suo gruppo (tra 17 e 23 seggi). Le ultime proiezioni lasciano quindi presagire un'Assemblea instabile o addirittura la necessità di formare coalizioni alternative.  

Uno scenario che si fa strada nelle ultime ore è quello di una "grande coalizione", molto diffuso in diversi paesi europei ma poco in linea con la tradizione politica francese.  Del resto, sia il presidente Macron che il leader della sinistra radicale di LFI, Jean-Luc Mélenchon, hanno già respinto la possibilità di "governare insieme". Anche la leader ambientalista Marine Tondelier ha escluso un nuovo "premier macroniano".

In ogni caso, i possibili partner di un'eventuale coalizione sembrano concordare sul fatto che le discussioni all'indomani delle elezioni debbano svolgersi a partire dal Parlamento e non dall'Eliseo. "O il potere sarà nelle mani di un governo di estrema destra, o il potere sarà in Parlamento", ha riassunto Attal.

Molto accese le ultime dichiarazioni dei leader delle diverse coalizioni prima di osservare il silenzio elettorale. "Al primo turno abbiamo escluso il rischio di avere una maggioranza assoluta per Jean Luc Mélenchon, al secondo turno vogliamo evitare di avere una maggioranza assoluta per il RN e Marine Le Pen", ha dichiarato all’emittente Tf1 Gabriel Attal, premier uscente, candidato nella decima circoscrizione di Hauts-de-Seine.

"Penso che una maggioranza dominata dall'estrema destra e dalla RN sarebbe pericolosa. Io voglio la pacificazione e la pace civile, e possiamo vedere che ci sarebbe molta violenza nella società se il programma del RN venisse applicato. Sarebbe anche un disastro per la nostra economia", ha aggiunto Attal.

"Penso che i francesi vogliano voltare pagina rispetto a sette anni di potere macroniano, sette anni di brutalità", ha argomentato Jordan Bardella, il presidente ventottenne del Rassemblement national.

"Kylian Mbappé è senza dubbio un ottimo calciatore, ma questa tendenza di attori, calciatori e cantanti a venire a dire ai francesi per cosa dovrebbero votare comincia a essere molto fastidiosa", ha detto Le Pen al canale americano CNN international. Il volto simbolo dell’estrema destra francese ha criticato le "lezioni di morale" del capitano della squadra di calcio francese, che ha invitato a "votare per la parte giusta" al secondo turno.

"I francesi sono stufi di ricevere lezioni morali, di ricevere istruzioni di voto, in particolare da quanti sono milionari o addirittura miliardari, vivono all'estero e parlano con persone che guadagnano 1.300, 1.400 euro al mese", ha argomentato Le Pen.

Domenica 49,3 milioni di aventi diritto sono attesi alle urne dalle 8 fino alle 20; l’orario di chiusura dei seggi varia da un comune all’altro, tra le ore 18 e le 20. Nessun risultato, a parte quelli relativi alle astensioni, potrà essere comunicato prima della chiusura dell'ultimo seggio elettorale alle ore 20, pena una multa di 75 mila euro. I risultati ufficiali definitivi saranno annunciati successivamente dal Consiglio costituzionale.

Dopo le 50 aggressioni registrate durante la campagna, sarà un voto ad alto rischio violenza, ha avvertito il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, che ha predisposto il dispiegamento di 30 mila agenti di polizia e gendarmi, di cui 5 mila a Parigi e nelle banlieue, e vietato ogni raduno per cercare di contrastare possibili disordini quando i risultati verranno diffusi.

Oltre a Parigi, le città più a rischio caos sono Lione, Rennes e Nantes. A preoccupare, in termini di sicurezza, è anche la prossima scadenza delle Olimpiadi di Parigi 2024. Nelle scorse ore sono state arrestate alcune persone che "potrebbero aver pianificato attacchi terroristici in due luoghi diversi, con due progetti distinti", ha dichiarato Darmanin. "Senza dubbio stavano pianificando azioni che noi, da parte nostra, potremmo definire terroristiche, ma che legalmente devono essere classificate dalla Procura nazionale antiterrorismo", ha concluso il ministro.

(upday con Agi)

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