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The European house Ambrosetti

Cosa fare per ottimizzare la gestione dell'acqua in Italia

Cosa fare per ottimizzare la gestione dell'acqua in Italia

L’acqua è l’elemento essenziale perché le società umane e gli ambienti naturali continuino a prosperare nel tempo. In particolare, la disponibilità della risorsa risulta fondamentale per il nostro Paese. Ad oggi l’Italia si conferma come uno dei Paesi più idrovori d’Europa, sia a livello assoluto con oltre 9 miliardi di m 3 di acqua prelevata ogni anno per uso civile (1° Paese dell’Unione Europea), sia in termini relativi sulla popolazione, dove i prelievi ad uso potabile per abitante raggiungono i 154 m3 per abitante (2° Paese dell’Unione Europea).

L’acqua ricopre un ruolo centrale anche dal punto di vista economico: la risorsa attiva, infatti, una filiera lunga e articolata, che coinvolge 26 settori e 74 sotto-settori, garantendo l’operatività di 1,5 milioni di imprese agricole, circa 330.000 aziende manifatturiere idrovore e oltre 9.000 imprese del settore energetico. Nel 2021, nel complesso, la risorsa acqua è stata l’elemento abilitante per la generazione di 320 miliardi di Euro di Valore Aggiunto in Italia. In altre parole, senza la risorsa acqua il 18% del PIL italiano non potrebbe essere generato.

Nonostante ciò, la risorsa acqua è a rischio: il 2022 è stato l’anno più caldo e meno piovoso della storia italiana, con anomalie termiche che hanno raggiunto i +2,7 °C  rispetto alla media 1981-2010 e anomalie pluviometriche che sono state pari a -48 mm nell’anno.

In questo senso, una filiera dell’acqua efficiente e sostenibile è indispensabile per il futuro di ogni territorio. È quindi fondamentale avere una visione e una strategia capace di mettere a sistema i contributi di tutti gli attori della filiera, della società civile e delle Istituzioni.

La Community Valore Acqua per l’Italia 1 di The European House – Ambrosetti ha risposto a questa esigenza elaborando un decalogo di proposte d’azione concrete per la gestione dell’acqua in Italia.

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In primo luogo, è necessario posizionare l’Italia come un Paese sostenibile, a partire dalla gestione efficiente, locale e circolare della risorsa acqua, che sia impegnato nella mitigazione del rischio legato alla risorsa a 360 gradi, capace di attrarre investimenti e innovazioni tecnologiche lungo la filiera estesa. Il percorso evolutivo viene monitorato attraverso l’Indice “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile”, che posiziona l’Italia ancora al 18° posto in Unione Europea nel 2022.

L’Italia resta tra i 10 Paesi europei con il più basso livello di investimenti nel Servizio Idrico Integrato da parte dei gestori industriali, con 56 Euro per abitante nel 2021, il 72% della media UE-27+UK di 78 Euro per abitante, a cui contribuiscono le gestioni in economia, che sono caratterizzate da un tasso di investimento medio annuo di 8 Euro per abitante. La Community auspica, quindi, la creazione di condizioni abilitanti per la realizzazione di investimenti nel settore idrico, rafforzando la dimensione media degli operatori e promuovendo l’industrializzazione delle aziende attive.

Alla ricerca di risorse da investire contribuiscono sia il settore pubblico che quello privato, risulta quindi necessario promuovere il ruolo della finanza a supporto degli investimenti. Sebbene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenti un’opportunità da non perdere, i circa 7,8 miliardi di Euro direttamente riconducibili all’acqua nel periodo 2021-2026, equivalenti a 580 milioni di Euro l’anno, sono ancora lontani dal fabbisogno reale del Paese.

Affinché il Paese possa sviluppare una gestione efficiente ed efficace della risorsa, è importante favorire la riduzione delle eterogeneità territoriali e, nello specifico, lavorare per il superamento del Water Service Divide tra i territori italiani, anche tramite la diffusione di conoscenze e competenze a tutti i livelli della filiera in modo omogeneo nel Paese per ridurre le differenze nella disponibilità di personale qualificato tra le diverse Regioni. Ad oggi, a fronte di un tasso di dispersione idrica nazionale pari al 41,2% nella fase di distribuzione, il Centro raggiunge il 49%, +7,3 punti percentuali rispetto alla media del Paese e il 47% nel Sud e Isole, +6,1 punti percentuali. Una performance eterogenea riguarda anche le irregolarità nel servizio idrico, che in media in Italia sono del 9%, ma si registrano picchi del 38% in Calabria e del 22% in Sicilia.

Per i gestori industriali, la tariffa idrica rappresenta una rilevante fonte di capitale per gli investimenti. Allo stesso tempo, una tariffa troppo bassa è concausa di un consumo sregolato della risorsa. L’Italia ha un livello tariffario tra i più contenuti in Europa, con una tariffa pari a 2,1 Euro/m 3 , rispetto ad una media europea di 3,5 Euro/m3 , la Community ritiene necessario adeguare il livello tariffario del Servizio Idrico Integrato.

Gli effetti del cambiamento climatico hanno sottolineato come una gestione attenta e circolare della risorsa consenta una riduzione della pressione sul prelievo di nuova risorsa: è fondamentale promuovere la transizione circolare della filiera estesa dell’acqua attraverso l’adozione del paradigma Circular Water. Secondo la visione della Community, la transizione circolare della filiera estesa dell’acqua trova compimento nel modello delle “5R”, ovvero Raccolta, Ripristino, Riuso, Recupero e Riduzione.

Strettamente legata alla riduzione dei prelievi, degli sprechi e dei consumi, deve essere promossa la digitalizzazione della filiera estesa dell’acqua attraverso l’implementazione del paradigma Smart&Digital Water, partendo dal patrimonio infrastrutturale, che per il 60% ha più di 30 anni e per il 25% più di 50 anni.

La transizione circolare e digitale della filiera estesa dell’acqua può essere abilitata solo tramite un efficientamento della raccolta e gestione dei dati lungo la filiera, che ad oggi è segnato da criticità legate alla qualità, alla coerenza, e alla frequenza del censimento dei dati.

Alla preservazione della risorsa idrica possono contribuire in modo attivo anche i cittadini. Secondo i censimenti della Community Valore Acqua, i cittadini italiani hanno ancora un basso livello di consapevolezza rispetto alla risorsa acqua. Solo 2 cittadini su 10 sono consapevoli del proprio consumo medio giornaliero e 7 cittadini su 10 lo sottostimano. È quindi fondamentale migliorare la comunicazione e la sensibilizzazione dei cittadini attraverso la creazione di un dialogo con le Istituzioni locali e nazionali al fine di favorire un’azione strutturata di informazione ed educazione sull’importanza dell’acqua come risorsa scarsa e strategica. Proprio con questo scopo, a partire dalle giovani generazioni, la Community Valore Acqua per l’Italia ha avviato un progetto pilota nelle scuole italiane.

In ultimo, la Community identifica come cruciale il rafforzamento dei meccanismi di collaborazione pubblico-privato, con l’istituzione di un Tavolo di Concertazione permanente, che dovrebbe avere come scopo un’ampia trasversalità di soggetti coinvolti e di azioni di realizzazione. La direzione indicata dalla Community e dai partner della filiera estesa dell’acqua è chiara, ora occorre mettere in campo le migliori energie del Paese per percorrerla in tempi brevi.

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