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The European house Ambrosetti

L'impegno degli investitori istituzionali per la sostenibilità delle aziende

ipopba via Getty Images/iStockphoto
ipopba via Getty Images/iStockphoto 

Il commitment da parte degli investitori istituzionali verso le tematiche ESG è sempre maggiore: oltre 9 investitori su 10 si dichiarano disposti (e nella maggior parte dei casi, addirittura, molto propensi) a rinunciare ad una parte importante dei propri profitti, al fine di finanziare la transizione verso business model più sostenibili da parte delle Società in cui essi investono.

La quinta edizione della survey agli investitori istituzionali, condotta su base biennale dall’Osservatorio Corporate Governance di The European House – Ambrosetti, certifica l’importanza che gli aspetti Environmental, Social e Governance rivestono per il mercato. In particolare, lo studio, che nel 2021 ha coinvolto player che gestiscono complessivamente circa 13 mila miliardi di euro (quasi il 15% dell’asset under management a livello globale), evidenzia come la sostenibilità e la qualità dei sistemi di governo siano tra i criteri più rilevanti per la selezione dei target di investimento (immediatamente dietro alla qualità del management ed all’analisi dei fondamentali), con una crescita progressiva nel tempo.

The European House - Ambrosetti
The European House - Ambrosetti 

La pressione del mercato sulla sostenibilità è legata a doppio filo con il ruolo svolto dalla finanza per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi relativi al cambiamento climatico. Tuttavia, il sondaggio dell’Osservatorio rileva come gli investitori non si concentrino esclusivamente sull’ambiente: a seguito degli effetti devastanti causati dall’emergenza pandemica, l’attenzione dei grandi investitori è anche sulle tematiche sociali, di gestione del capitale umano e di salvaguardia dei diritti umani. In merito a questi 2 “pilastri” (Ambiente e Persone), i fondi chiedono alle aziende di pubblicare sempre più informazioni sui loro obiettivi quantitativi di lungo termine. Infatti, agli occhi del mercato la presenza di target ambientali e sociali all’interno del piano industriale/strategico di una società rappresenta la base per un impegno effettivo su queste tematiche.

Per quanto riguarda l’altro pilastro ESG, ovvero la Corporate Governance, dalla survey emerge come gli investitori siano molto attenti alla diversity del Consiglio, intesa in senso ampio come diversità di genere, di esperienze, di competenze, di età. La composizione del Board è, perciò, l’area relativa ai sistemi di governo tenuta sotto maggiore osservazione ed è ritenuta più importante rispetto, ad esempio, ai sistemi di risk management, alla qualità della disclosure o alla remunerazione degli organi apicali. I Consigli di Amministrazione devono essere composti da figure con le esperienze necessarie per supportare il raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali: dal punto di vista del mercato, la composizione dell’organo amministrativo è, anzitutto, un tema di competenze dei propri membri. Soprattutto in fase di rinnovo del Board.

In merito ai sistemi di governo aziendale, un elemento di interesse prioritario è sempre quello dei meccanismi di remunerazione degli organi apicali. Infatti, la maggior parte dei voti contrari registrati nelle ultime stagioni assembleari in Italia (e non solo) si concentra sui punti all’ordine del giorno inerenti alla relazione sulla remunerazione. Per questo motivo, l’Osservatorio ha chiesto agli investitori istituzionali quali sono le principali ragioni che li portano a votare contro quando si parla dei compensi dei membri del Board e dei Dirigenti con Responsabilità Strategiche.

Per quasi tutti i rispondenti, il primo elemento è il mancato rispetto del principio Pay for Performance. Ovvero, il riconoscimento di premi al management a fronte di performance aziendali insoddisfacenti. Il secondo elemento è, invece, relativo alla qualità della disclosure: il dissenso emerge quando gli investitori non riescono a comprendere le politiche di remunerazione o i compensi corrisposti a causa del limitato livello di trasparenza degli emittenti. In particolare, con riferimento alla disclosure sui KPI dei sistemi di incentivazione variabile, alla comunicazione dei target di performance dei sistemi di incentivazione e alla spiegazione dei risultati raggiunti rispetto ai target previsti.

Un ulteriore elemento su cui l’Osservatorio ha interrogato gli investitori riguarda il dialogo sui temi di governance con le società quotate italiane, chiamate a rafforzare le proprie politiche e procedure in materia di engagement con il mercato, alla luce delle raccomandazioni del Codice di Corporate Governance del 2020. L’attività di dialogo è considerata di importanza sempre maggiore dal mercato, soprattutto in caso di dissenso rispetto a taluni temi oggetto di delibera assembleare. Infatti, in caso di voto negativo o di astensione su tematiche legate alla corporate governance dell’azienda, circa 7 investitori su 10 dichiarano di realizzare un confronto preventivo con i Vertici aziendali. Tra le tematiche su cui gli investitori ritengono più importante l’engagement con gli emittenti, subito dopo la strategia (al primo posto in termini di rilevanza) vi è la sostenibilità (che, addirittura, precede il tema delle performance economico-finanziarie): un ulteriore segno della crescente rilevanza per il mercato di questa tematica.

In sintesi, la survey rileva un crescente impegno da parte degli investitori istituzionali verso la sostenibilità di lungo termine: l’attenzione alle tematiche ESG oramai non è un aspetto “di reputazione”, ma una condizione necessaria per attrarre capitali e, di conseguenza, assicurare il successo sostenibile di lungo periodo delle aziende.

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