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Economia

Non solo Panther. L'Italia punta l'Mgcs, il super carro armato del futuro

Costruire il Panther oggi per partecipare allo sviluppo del super-carro armato del futuro. Ecco qual è la scommessa di Leonardo secondo quanto raccontato ad HuffPost da fonti del settore. La parziale ‘italianizzazione’ del celebre carro armato prodotto da Rheinmetall dovrebbe infatti sfociare non solo in una commessa miliardaria per il suo acquisto da parte della Difesa italiana, ma anche alla finalizzazione di un pacchetto completo: il secondo passaggio, come riporta stamane il quotidiano tedesco Handelsblatt, è l’acquisto, sempre per l’esercito di terra, dei carri armati più leggeri Lynx, per una spesa totale da circa 20 miliardi da qui al 2038. Il tutto in vista dell’entrata della partecipata di Piazza Montegrappa – se tedeschi e francesi che partecipano al consorzio già esistente daranno il via libera – nel progetto Mgcs, il carro armato che calcherà i campi di battaglia europei e non solo dal 2035 in poi.

L’appalto dovrebbe essere definito già nelle prossime ore. Secondo fonti interne al colosso di Düsseldorf, citate dalla stampa tedesca, il governo italiano vorrebbe acquistare 200 carri armati Panther – nella versione italianizzata grazie alla compartecipazione di Leonardo – e oltre 350 veicoli da combattimento di fanteria Lynx, per un ordine totale di 20 miliardi di euro, una parte dei quali sarà destinata alla manutenzione delle attrezzature. Inoltre, l’ordine sarà probabilmente integrato con l’acquisizione di ulteriori mezzi di supporto necessari, ad esempio, per il recupero dei serbatoi danneggiati sul campo di battaglia o per mettere in salvo i feriti.

Del resto nell’industria bellica moderna, i prodotti vengono acquistati dai vari governi secondo una logica a pacchetto. Si parte prenotando i Panther, un modello di Mbt, ovvero il Main Battle Tank, il re assoluto del parco corazzati e cingolati degli eserciti moderni. Veicoli da oltre 50 tonnellate di peso, capaci di avanzare sul terreno in maniera autonoma, con una potenza di fuoco particolarmente distruttiva, in grado di neutralizzare le difese del nemico. Al fianco dei Mbt, però, operano altri veicoli, decisamente più leggeri, come gli Aifv, i veicoli blindati di fanteria. Trattasi di carri armati più piccoli che sul campo di battaglia si muovono a supporto dell’avanzata della fanteria a piedi o motorizzati. Sono più piccoli e anche per questo risultano più funzionali a teatri urbani – si pensi alla guerra a Gaza ma non solo. Possono coprire le unità a piedi dell’esercito, dietro di loro i soldati possono proteggersi dagli attacchi nemici, nonché utilizzarli per il fuoco di copertura.

Sono queste le funzioni principali dei Lynx, altro prodotto di punta del catalogo di Rheinmetall, tra le grandi protagoniste dell’industria bellica da combattimento terrestre. Con una massa che può variare tra le 40 e le 50 tonnellate e oltre 1.100 cavalli di propulsione diesel, il Lynx è progettato per offrire un elevato grado di protezione, potendo trasportare da 6 a 8 fanti più i 3 dell’equipaggio. Nel caso italiano, il panzer light andrebbe a sostituire gli ormai obsoleti Dardo, esattamente come il Panther verrà acquisito per rottamare parte degli Ariete al momento attivi presso l’esercito italiano, in particolare presso le brigate corazzate Garibaldi e Ariete. Possedere carri leggeri nel proprio garage militare è un imperativo fondamentale per le forze armate moderne. Gli Mbt sono asset da sfondamento e da bombardamento pesante. Ma, oltre ai contesti urbani dove i bestioni da oltre 50 tonnellate si muovono a fatica, diventa fondamentale poter contare su mezzi più agili anche per il semplice trasporto, che possano muoversi più velocemente sul terreno, anche considerando la necessità di essere meno vulnerabili agli improvvisi attacchi dei droni sempre più frequenti.

Sono diversi però gli esperti del settore, come confermato anche da un funzionario di un importante gruppo della Difesa europeo al nostro giornale, che ritengono l’acquisizione di Panther e Lynx da parte delle forze armate italiane un ‘cavallo di Troia’ per entrare all’interno della prossima big thing dell’industria bellica terrestre: il carro armato del futuro, di ultima generazione, o se volete il super-carro armato. Trattasi del Mgcs, il Main Ground Combat System, progetto franco-tedesco oggetto di un accordo firmato lo scorso 26 aprile dai ministri della Difesa dei due paesi, il francese Sebastien Lecornu e il tedesco Boris Pistorius. Parigi e Berlino hanno avviato la prima fase di progettazione nel 2017, parallelamente al Fcas, ovvero il caccia di sesta generazione contrapposto al Gcap di marca italo-britannica-giapponese. Ad aprile il duo franco-tedesco si è accordato sull’eguale ripartizione di finanziamenti e proventi derivanti dal progetto tra le aziende coinvolte: Rheinmetall e Knds, il gruppo composto dalla francese Nextert e dalla tedesca Kmw, lo stesso con cui Leonardo ha interrotto le trattative per l’italianizzazione del Leopard appena tre settimane fa a favore di un accordo con i primi sul Panther.

L’Mgcs, secondo i piani dei due governi, dovrebbe sostituire i Leopard e i Leclerc in forze nelle rispettive forze armate nella seconda metà del prossimo decennio. Secondo gli strateghi della guerra terrestre, l’arrivo del Mgcs potrebbe rappresentare una svolta bellica non indifferente a tutto vantaggio delle forze franco-tedesche, dato che gli americani non hanno ancora iniziato a riflettere sul futuro dei loro Abrams mentre i russi hanno avuto grossi problemi a individuare un progetto per sostituire i loro T-14 Armata in un futuro a medio-lungo termine. Secondo gli annunci delle autorità di governo francesi e tedesche, l’Mgcs “integrerà la potenza di fuoco della prossima generazione, la guerra elettronica e l’intelligenza artificiale, nonché armi laser e a fascio diretto”, il tutto con la possibilità di pilotare il carro armato da remoto, senza pilota. Un affare dentro il quale anche l’Italia, con la sua Leonardo, non disdegnerebbe partecipare. “È ancora presto per sondare il terreno al riguardo" prosegue la nostra fonte. "Francesi e tedeschi hanno dichiarato che fino alla firma del contratto definitivo del progetto non apriranno a partecipazioni di soggetti terzi. Dopo però la partita si apre e Leonardo, anche grazie all’intesa in arrivo con Rheinmetall, sarà in prima fila”.

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