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Alla scoperta della Costa Viola sott'acqua

F. Turano
F. Turano 

Degli oltre ottocento chilometri di coste del litorale calabrese se ne distingue un tratto che, vuoi per le peculiarità geomorfologiche vuoi per la decisa profondità nel sottocosta, definire articolato, vario, stupefacente ed esteticamente affascinate è davvero poca cosa. Si tratta di una porzione di territorio costiero, compreso tra Bagnara Calabra e Palmi, dove la roccia è protagonista indiscussa, con tutta una serie di suggestive pareti a picco sul mare; e che mare. Falesie che da 300/400 d’altezza sprofondano nel blu intenso di quella che viene denominata Costa Viola. Un litorale raggiungibile solo in navigazione, via mare, privo di qualsiasi tipo di artefatto umano, se non una minuscola chiesetta di pescatori realizzata sulla roccia a poche spanne dall’acqua.

Siamo appena fuori dall’area dello Stretto di Messina e le correnti in uscita dal canale influenzano ancora le acque del Tirreno meridionale, lambendo le pareti della Costa Viola e alimentando i fondali marini sottostanti.

F. Turano
F. Turano 
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Il nostro itinerario parte da Capo Rocchi, riconoscibile per la presenza di una torre di avvistamento aragonese detta Torre di Ruggiero, risalente al XV secolo. A ridosso del capo sorge il porto di Bagnara, la cui struttura occupa una discreta porzione della baia che precede il promontorio di Gramà. Quest’area di roccia granitica segna l’inizio delle falesie. Ancoriamo il gommone e tuffiamoci subito per le nostre esplorazioni sommerse di fronte le pareti di Gramà: a poca distanza da terra il pendio ghiaioso ci conduce verso le prime rocce profonde, aprendoci le porte di quella che a pieno titolo definiamo Secca di Gramà. Pinnacoli suggestivi svettano verso l’alto già a partire dai 35 m di profondità, con una varietà di percorsi che sarebbe bene conoscere per non perdersi tra una guglia e l’altra di questa cattedrale sommersa. Il coralligeno è molto ricco, con alla base le ben note gorgonie rosse, accompagnate dalle forme e dai colori di diversi tipi di spugne e da una notevole varietà di briozoi, le cui gradazioni di arancio e le cui forme si abbinano splendidamente col rosso intenso delle ramificazioni dominanti di Paramuricea clavata.

F. Turano
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Poco a nord di Gramà, a pochi metri di profondità si aprono tutta una serie di grotte e cunicoli ai piedi del promontorio di San Sebastiano: differenti sono le atmosfere e i colori secondo l’ora del giorno. Continuiamo ancora  la nostra esplorazione in gommone per giungere adesso a Cala Janculla, l’unica vera spiaggia incastonata tra le rocce del nostro tratto di litorale. Una sbirciatina all’interno della mitica Grotta delle Rondini, che continua anche sott’acqua su un fondale poco profondo, lascia assaporare la suggestione di queste pareti che appaiono come vere e proprie sculture della natura. Poco più avanti arriviamo a Punta San Leo e poi, subito dopo, alla Piscina di Venere e alla chiesetta dei pescatori. In prossimità della scogliera di San Leo si è creata una splendida piscina naturale, con acqua cristallina grazie ai canali di comunicazione con l’esterno. La baia della piscina di Venere va assolutamente visitata facendo snorkeling e apnea, per godere di sfumature blu e verdi uniche e tipiche del miglior Mediterraneo.

Procedendo ancora lungo costa, la scogliera a picco ci conduce alla Marinella di Palmi. Qui sono protagonisti Capo Barbi e Punta Motta, alle pendici del monte Sant’Elia (un bastione che sfiora i 580 m di altezza). Le propaggini rocciose di questi due promontori dallo spiccato sapore mediterraneo, racchiudono una piccola cala e una parete verticale, note rispettivamente come Cala e Parete delle Sirene. Il fascino legato alla presenza mitologica non si esaurisce fuor d’acqua: sotto la superficie si apre infatti una grotta sommersa, detta Grotta delle Sirene, perlustrabile in una tranquilla immersione guidata. Punta Motta delimita geograficamente la Marinella di Palmi, amena insenatura dove la spiaggia è fatta da grandi pietre tondeggianti e dove gli ultimi pescatori ricordano quello che fu un tempo questo lido pittoresco.

F. Turano
F. Turano 

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