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The European house Ambrosetti

Le relazioni strategiche tra Italia e Stati Uniti: un'alleanza dai benefici comuni

Le relazioni strategiche tra Italia e Stati Uniti: un'alleanza dai benefici comuni

La relazione strategica tra Italia e Stati Uniti ha origini antiche e profonde: le prime relazioni datano già nel 18° secolo prima dell’unificazione dell’Italia. Da un lato l’Italia ha contribuito a forgiare l’identità culturale degli Stati Uniti, dall’altro, gli Stati Uniti sono stati tra i principali artefici della rinascita dell’Italia nel periodo della ricostruzione a seguito della Seconda guerra mondiale, con il nostro Paese che successivamente ha giocato un ruolo strategico durante la guerra fredda e come “pilastro dell’occidente”, grazie alla sua posizione di porta d’accesso all’Africa e l’influenza sull’area balcanica.

Sul fronte economico l’importanza della relazione non è da meno. Oggi gli Stati Uniti rappresentano complessivamente il terzo partner commerciale dell’Italia e il più grande al di fuori dell’Unione Europea, con un saldo positivo della bilancia commerciale a favore del nostro Paese e pari a circa 39,3 miliardi di dollari nel 2021, oltre il 50% del nostro surplus commerciale e in costante aumento negli ultimi 30 anni. Viceversa, l’Italia rappresenta per gli Stati Uniti il secondo partner a livello europeo dietro solo alla Germania.

Anche con riferimento agli investimenti diretti all’estero i valori sono consistenti: sono circa 38 miliardi di dollari lo stock di investimenti dell’Italia negli Stati Uniti al 2020 rispetto ai circa 31 miliardi di dollari di investimenti americani in Italia, con ulteriori margini di sviluppo alla luce del fatto che l’Italia, con le proprie competenze e tecnologie, può essere tra i partner di riferimento degli Stati Uniti sul fronte della sostenibilità e della transizione verde (l’Italia è il sesto paese al mondo per export di tecnologie nelle rinnovabili) con gli americani a giocare il ruolo dei sostenitori nella transizione 4.0 delle aziende manifatturiere italiane.

Un ulteriore settore strategico di cooperazione può essere quello dell’industria della difesa. Da sempre gli Stati Uniti sono il primo paese al mondo per la spesa militare. A questa spesa contribuisce anche l’Italia grazie a campioni nazionali come Leonardo (la dodicesima più grande azienda della difesa al mondo e la prima in Europa) e Fincantieri (prima in Europa nel settore dello shipbuilding e sesta al mondo per dimensioni). Con oltre 760 milioni di euro, gli Stati Uniti sono inoltre il secondo paese per esportazioni dell’industria della difesa italiana, che nel 2021 ha raggiunto nel suo complesso i circa 4,7 miliardi di euro di dimensione. La solida partnership commerciale si misura anche grazie anche ai diversi programmi di procurement in essere tra i due paesi come, ad esempio, i C130J e i C127J (aerei da trasporto) e gli elicotteri TH37-A, tutti di produzione italiana, e i KC-767 Tanker (aerei cisterna di produzione americana). Si segnala infine che l’Italia è stata la prima nazione dell’Unione Europea ad aver acquistato il caccia americano di nuova generazione F-35 Fighter (scelta fatta di recente anche dalla Germania), in parte costruiti in Italia. Inoltre, nel 2020, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha siglato un contratto da 795 milioni di dollari tra la US Navy e la Marinette Marine (FMM), una sussidiaria statunitense della Fincantieri, per progettare e costruire la prima fregata missilistica guidata del programma US Navy FFG(X).

Un ulteriore importante contributo industriale a questa partnership viene dall’aerospazio. L’Italia è la sesta potenza spaziale nel mondo, dotata di una propria agenzia e paese membro dell’European Space Agency (ESA), per la quale risulta essere il secondo contributore in rapporto al proprio Prodotto Interno Lordo. Con un’industria che vale annualmente oltre due miliardi di euro, l’Italia possiede tecnologie e risorse umane che possono supportare gli Stati Uniti nella prossima corsa per lo spazio, quadrante geopolitico del futuro.

Sul fronte geostrategico, anche alla luce degli scenari di cambiamento e del riassetto del sistema internazionale che vede e vedrà gli Stati Uniti sempre più concentrati nell’area indo-pacifica, diversi sono gli ambiti in cui l’alleanza rafforzata tra Italia e Stati Uniti può creare benefici comuni.

Il primo riguarda il rafforzamento del fronte sud della NATO e la stabilizzazione delle regioni del Medio-Oriente e del Nord Africa (MENA), aree in cui si registrano forti incrementi di instabilità. L’Italia è tra i dodici Paesi fondatori dell’Allenza Atlantica, il quinto Paese contributore (27 miliardi di euro nel 2021 destinati a crescere fino a 38 miliardi di euro) insieme a Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia e il secondo paese al mondo dopo la Germania per numero di soldati americani ospitati. Tutto ciò ne fa un pilastro portante dell’organizzazione per la difesa e la pace internazionale. Favorita dalla sua posizione geografica, assimilabile a una piattaforma nel mezzo del Mar Mediterraneo, l’Italia è l’avamposto ideale per il presidio di queste aree da parte della NATO, ma anche a servizio degli altri stati membri dell’Unione Europea. Inoltre, in qualità di piattaforma mediterranea, il nostro paese costituisce un presidio privilegiato dell’area Indo-Pacifica per il tramite dei traffici provenienti da e per quell’area attraverso il canale di Suez.

In aggiunta e in relazione alla zona nord del continente africano, l’Italia grazie alla sua ampia partecipazione alle missioni di peacekeeping e peacebuilding attive nella zona e alla sua ramificazione diplomatica può rappresentare per gli Stati Uniti un canale di stabilizzazione di quell’area, foriera a un possibile futuro dell’Africa quale “prossima fabbrica del futuro” e alla creazione di una nuova value chain alternativa a quella dell’estremo oriente, con evidenti vantaggi per entrambi i paesi.

Va in questa sede sottolineato che particolare valore assume nel mondo la presenza nelle missioni di pace da parte dell’Italia. Oggi il nostro Paese partecipa ad oltre 30 missioni sia di natura civile che miliare, dispiegando oltre 7.300 soldati (l’Italia è il primo paese contributore dell’Occidente in termini di personale nelle missioni ONU). Apprezzati globalmente per la loro capacità di dialogo e empatia con gli abitanti delle zone in cui sono presenti, le nostre forze armate all’estero rappresentano un concreto contributo al successo di ogni operazione di questo tipo, anticamera alla stabilizzazione del paese ospitante e del suo conseguente sviluppo economico e sociale.

Infine, due ulteriori ambiti di collaborazione geopolitica tra i due Paesi possono essere l’America Latina e l’area Post-sovietica e in particolare l’Arzerbaigian e il Kazakistan.  Nel continente sud-americano l’Italia vanta un’influenza culturale ed economica (in prevalenza energia e infrastrutture) ai più sconosciuta mentre, per i due paesi dell’ex Unione Sovietica, l’Italia, grazie al suo primato economico e la derivante influenza può aiutare a contenere i tentativi di influsso da parte della Russia.

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