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The European house Ambrosetti

La dimensione, il ruolo e gli impatti del settore delle telecomunicazioni nell'economia italiana

La dimensione, il ruolo e gli impatti del settore delle telecomunicazioni nell'economia italiana

La pandemia ha impresso un’accelerazione al trend strutturale di digitalizzazione dell’economia e della società e ha reso evidente quanto un sistema delle telecomunicazioni in grado di fornire una connettività capillare, stabile e veloce sia cruciale per le famiglie, le imprese e il Sistema-Paese. Tra il 2010 e il 2020, la quota di popolazione che utilizzava Internet in Italia era già passata dal 69% all’81%. Nello stesso periodo è cresciuto di 12 volte il traffico internet su rete fissa e di 50 volte quello mobile. L’uso di internet su base individuale è cresciuto di 20 volte tra il 2010 e il 2020 raggiungendo i 114,3 Gigabyte/anno medio per utente. Durante la pandemia, il traffico Internet ha poi raggiunto picchi particolarmente elevati, quasi raddoppiando durante i mesi del lockdown: +90,4% a marzo e +80,5% a novembre, rispetto al traffico registrato durante gli stessi mesi nel 2019.

Per sostenere la crescente domanda di connettività, gli operatori TELCO hanno dovuto investire in modo rilevante e crescente nella rete e nei servizi: tra il 2010 e il 2019 sono stati quasi € 65 miliardi gli investimenti cumulati, concentrati in quattro aree: potenziamento della rete a banda larga, sviluppo della banda ultra larga, realizzazione della rete 5G e cybersecurity. Gli investimenti del settore delle telecomunicazioni hanno permesso al Paese di colmare in gran parte il divario con il resto d’Europa in termini di copertura di rete, portando nell’ultimo decennio il gap con la media europea da 12 p.p. a soli 2 p.p. in termini di famiglie coperte da banda larga, e da 34,6 a 3,1 p.p. se si considera la banda ultra larga.

Il settore delle telecomunicazioni, già rilevante di per sé in termini di ricavi, occupati e valore aggiunto, assume ancor più importanza se si osserva il valore complessivo, indiretto e indotto, generato per il Paese, in virtù della forte interconnessione del settore con gli altri comparti produttivi. Nel 2019, il settore delle telecomunicazioni in Italia era infatti composto da oltre 220 le aziende attive tra servizi di telecomunicazione fissa e mobile - 8 delle quali con un ruolo determinante nello sviluppo e nella manutenzione delle infrastrutture di trasmissione del segnale – con € 31,2 miliardi di ricavi, 63.000 occupati, € 16,5 miliardi il valore aggiunto generato in modo diretto. Se a questo si aggiungono l’attivazione di catene di fornitura e subfornitura in tutto il tessuto economico nazionale (impatto indiretto) e di consumi (impatto indotto), il settore genera complessivamente € 71 miliardi di ricavi, € 38,1 miliardi di valore aggiunto (pari a 2,3% del PIL nazionale dello stesso anno) e 218.600 occupati, in base alla fotografia scattata dallo studio di The European House – Ambrosetti in collaborazione con WINDTRE presentato il 28 febbraio scorso durante l’evento digitale “La crisi delle TELCO in Italia: 3 proposte per rilanciare il settore”. A questi impatti si aggiunge l’impatto fiscale - ovvero il gettito generato attraverso l’IVA sui servizi di telecomunicazione pagata dai consumatori - che ammonta a circa € 2,9 mld all’anno.

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Sintesi degli impatti diretti, indiretti e indotti del settore delle telecomunicazioni in Italia. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat e tabelle delle interdipendenze settoriali (input-output) di Istat, 2021

I player del settore TELCO risultano decisivi nell’abilitare lo sviluppo del Sistema-Paese in tre ambiti chiave:  la crescita del PIL, l’incremento dell’attrattività-Paese e lo sviluppo delle performance delle imprese. Le stime econometriche di The European House – Ambrosetti rivelano che se nel 2019 la velocità di connessione italiana fosse stata in linea con la media europea dello stesso anno (26,7 Mbps), la crescita del nostro Paese avrebbe beneficiato di 0,9 p.p. di PIL aggiuntivi, passando da 0,3% a 1,2%. In ottica prospettica, allineare la velocità italiana a quella media UE nel 2025 comporterebbe un incremento cumulato del PIL pari a € 40,9 miliardi. La percentuale di famiglie che hanno accesso ad Internet, inoltre, risulta un fattore chiave per l’attrattività di un Paese: in Italia, se la copertura della rete raggiungesse la media europea al 2025, gli Investimenti Diretti dall’Estero crescerebbero per un valore cumulato di 1,2 miliardi di Euro, con effetti positivi sull’intera economica. Le infrastrutture di telecomunicazione sono inoltre fondamentali per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale. Le imprese che adottano una connessione a banda larga generano, in media, +2,7% di Valore Aggiunto aggiuntivo: se la percentuale di aziende coperte dalla banda larga in Italia raggiungesse la media UE nel 2025, il PIL del nostro Paese crescerebbe € 110 miliardi  cumulati al 2025.

Infine, lo sviluppo della tecnologia 5G abiliterà una radicale trasformazione in molti settori dell’economia, con impatti positivi e creazione di valore per il nostro Paese. Grazie alla bassa latenza della connessione, a velocità in download fino a 10 Gbps e all’alta densità di device supportati, a livello aggregato, il pieno dispiegamento del 5G in Italia genererebbe un potenziale di crescita di valore aggiunto, cumulato al 2030, di +€8,3 miliardi nel settore delle utilities, +€ 12,5 miliardi nella manifattura, +€ 4,6 miliardi nel settore dei trasporti e della logistica e +€ 10,0 miliardi nel settore healthcare.

I giudizi dei business leader di Ambrosetti Club, composto dai CEO delle principali aziende e gruppi italiani, confermano il ruolo centrale degli investimenti del settore TELCO per lo sviluppo delle aziende. Più dell’80% dei rispondenti giudica “significativo” il ruolo svolto dal settore delle telecomunicazioni durante la crisi pandemica e il 78% dei rispondenti ritiene molto importante per il proprio business che nei prossimi anni il settore delle telecomunicazioni continui ad investire in servizi e infrastrutture. Tuttavia, il 66% delle imprese è ancora incerto se attribuire alla spesa TELCO il ruolo di centro di costo da efficientare e minimizzare o vero e proprio investimento centrale per il futuro del proprio business.

Alla luce dell’importanza giocata dalle telecomunicazioni in Italia, tre sono le principali proposte per il rilancio del comparto delle telco in Italia presentate da The European House – Ambrosetti e WINDTRE nello studio «Il valore del settore delle telecomunicazioni per il sistema Paese».

In primo luogo, occorre incentivare gli investimenti in infrastrutture di telecomunicazioni intervenendo sulla semplificazione normativa e favorendo partnership pubblico private. Risulta infatti importante garantire l’implementazione delle misure volte allo snellimento delle procedure burocratiche per ridurre le tempistiche per i cantieri, allineare i limiti di emissioni elettromagnetiche per gli impianti di telefonia mobile agli standard UE e colmare lo skill gap che ancora frena la realizzazione delle infrastrutture.

In secondo luogo, è necessario favorire la diffusione di una cultura digitale che sappia trarre il massimo dalle potenzialità offerte dalle telecomunicazioni, intervenendo sulle competenze dei cittadini e dei lavoratori.

Infine, è di fondamentale importanza incentivare gli investimenti in telecomunicazioni da parte delle imprese, passando da una logica di costo ad una di investimento. A tal fine, da un lato è possibile estendere gli incentivi allo sviluppo dell’infrastruttura di rete, dall’altro è necessario riformulare il sistema di incentivazione in funzione del sempre maggior ricorso alla “servitizzazione”, per non penalizzare la scelta di acquisto di servizi digitali rispetto all’acquisto diretto di macchinari e software (soprattutto per PMI).

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